Timing

Se fosse come in un dialogo socratico ci sarebbe un maestro che stimola gli allievi e questi che rispondono discutendo dei massimi sistemi. Ora se uno dei tanti maestri del rugby ci chiedesse cosa insegna questo sport cosa potremmo rispondere? Potremmo rispondere i valori della lealtà e del coraggio per esempio. Ma se il maestro obiettasse un si, ma…potremmo ancora ,per esempio, che il rugby insegna che c’è un momento in cui spostare il pianoforte e un momento in cui suonarlo. C’è un momento in cui si cade e subito dopo uno nel quale ci si rialza. C’è un momento in cui si viene sostituiti e un momento nel quale si entra in campo. C’è un momento insomma. Sempre. C’è un momento per tutti. E per tutto. Per fare una sostituzione. Per andare in touch o scegliere i pali. Per penetrare o giocare e aprire il pallone. Quindi bisogna capire il momento. E il campione è chi capisce il momento. Il campione non è Il giocatore tecnicamente più forte ma chi fa la cosa giusta al momento giusto. C’è sempre un momento giusto. Per esempio per vincere o per ritirarsi. Già. E sapere smettere al momento giusto dovrebbe essere l’esame di laurea di uno sportivo. Il tempo giusto per ogni cosa.  Ecco a me lo sport e il rugby hanno impegnato il timing. Nello sport e nella vita soprattutto. Il timing nello sport da spettacolo, nella vita da qualità, dà dignità.