Oggi è stata riconsegnata al comune di Messina l’area del vecchio inceneritore di San Raineri. Un impianto di combustione della spazzatura un ecomostro che sorgeva nella parte che dovrebbe rappresentare al meglio l’affaccio della città sullo stretto di Messina. Proprio in quella zona falcata che la leggenda vuole formata con la falce costruita da Gea e gettata sulla Terra da Crono dopo avere evirato Urano nella guerra dei Titani. Chi ha fatto rugby sa, che esattamente sotto questo ignobile distributore di veleni sorgeva il campo Arsenale. Un luogo simbolo per intere generazioni di rugbisti e facondo di mitici ricordi. Quel campo oggi è solo un ricordo. Quello stadio infatti, fu chiuso perché il terreno di gioco era contaminato dalla diossina e tuttora ancora non bonificato. Ma oggi si può dire che la causa della più brusca interruzione di attività che i rugbysti messinesi ricordano è stata eliminata. L’inceneritore che distribuiva diossina a mezza città non c’è più perché demolito e smaltito. Come nelle migliori vendette l’opera di demolizione e recupero è stata curata da un rugbista: la ditta Todaro del presidente della CLC Messina. Uno scherzo del destino? Può darsi. Ma se andiamo a guardare bene le notizie di oggi ce n’è una altrettanto importante legata al rugby e ai suoi campi: il commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico della Regione Siciliana, Maurizio Croce, ha pubblicato il bando per l’affidamento della progettazione esecutiva del primo stralcio funzionale relativo al torrente Papardo, tradotto il passo più importante per la strada di accesso al campo di Sperone. Uno strano destino destino forse ha legato le due storiche strutture del rugby cittadine. Forse il vento è cambiato. Noi in ogni caso le vele le abbiamo già orientate sul giusto abbrivio.